LA ROTTA BALCANICA - I muri e le violenze nei confini europei
Si è svolto Giovedì 10 Novembre scorso, presso la Sala Conferenze Comunale, l’incontro promosso dal Gruppo Accoglienza, insieme ai Gruppi Caritas, all’Azione Cattolica, al Gruppo Missionario a Piene Mani e all’Associazione Zanantsika, sulla situazione delle persone in cammino lungo la Rotta Balcanica.
L’iniziativa si colloca all’interno della VI Giornata Mondiale dei Poveri che è stata celebrata il 13 Novembre scorso. Quest’anno papa Francesco apre il suo messaggio con un pensiero alla guerra in Ucraina, in un intervento del giugno scorso.
Il documento ha come titolo “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” e come “cuore” i poveri ma anche coloro che sono stati «impoveriti» dalla «tempesta» scatenata dalla pandemia, oltre agli indigenti, ai profughi e, appunto, gli sfollati a causa dell’orrore che da mesi imperversa alle porte dell’Europa.
L’orrore della guerra, ma anche l’orrore per la disumanità con cui vengono trattate le persone che fuggono dalla guerra.
Siamo un Gruppo, nato all’interno dell’Unità Pastorale di Sovizzo, che da cinque anni ha iniziato un percorso di conoscenza e approfondimento delle problematiche legate all’accoglienza di persone provenienti da zone di guerra e da situazioni di estrema povertà.
In questo percorso abbiamo avuto modo di conoscere e approfondire la situazione di coloro che bussano alle porte dell’Europa e percorrono la cosiddetta Rotta Balcanica.
Questo cammino esiste da decenni, ma negli ultimi anni è stata oggetto di particolare attenzione, dati i numerosi episodi di violenza che l’hanno caratterizzata.
Viene percorsa da molte persone provenienti da paesi instabili del medio oriente (come la Siria e l’Iraq) e dell’Asia centrale (tra cui l’Afghanistan), ma anche da molti migranti dall’Africa settentrionale (che passano dal Sinai per poi risalire) e dall’Asia meridionale, soprattutto dal Pakistan, dal Bangladesh e dall’India.
Abbiamo conosciuto e supportato, nel nostro piccolo, l’Associazione “No Name Kitchen” ed il “Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino”, due organizzazioni impegnate sul campo e che collaborano insieme, in Croazia e in Serbia, in Bosnia, nel Montenegro e in Grecia a dare aiuto, cibo e vestiti, assistenza sanitaria e medicine, alle tantissime persone, soprattutto ragazzi, che hanno lasciato i loro paesi a causa della guerra e, a piedi, hanno intrapreso un lunghissimo viaggio per arrivare in Europa.
Alla fine del 2020 e inizio del 2021, il Coordinatore dell’Organizzazione Internazionale per i Migranti faceva questa fotografia:
“In Bosnia e Erzegovina stiamo assistendo a una catastrofe umanitaria. Ci sono circa 8.000 migranti in tutto il paese: di questi, 5.000 sono accolti nei Centri di Transito e nei Campi, ma ce ne sono almeno 3.000 che dormono in edifici abbandonati, sistemazioni improvvisate, o all’addiaccio.”
La situazione negli ultimi due anni ha avuto degli sviluppi, l’Unione Europea stanzia importanti fondi per la gestione di questo problema, sono cambiate anche le direzioni dei flussi, ma le irregolarità e le violenze compiute dalla polizia alle frontiere non sono venute meno.
Pensiamo, quindi, sia importante mantenere i riflettori accesi su tutte le situazioni che non rispettano i diritti umani, in particolare quando sono coinvolti i paesi dell’Unione Europea.
La serata aveva questa finalità e Floriana, Clara, Luca e Giovanni del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino sono riusciti a trasmettere con efficacia la necessità di non spegnere i riflettori su questa umanità in cammino alla ricerca di una vita degna di essere vissuta.
Gruppo Accoglienza
UP5 - Unità Pastorale di Sovizzo