San Biagio, protettore del mal di gola
3 febbraio 2024
Biagio di Sebaste, noto come San Biagio, è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana nel III secolo e morto il febbraio 316.
San Biagio lo si venera tanto in Oriente quanto in Occidente e per la sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”, fatta poggiandovi due candele incrociate (anticamente si usava l'olio benedetto), sempre invocando la sua intercessione. L’atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.
Sono diverse le tradizioni e i modi in cui si svolge il rito della “benedizione della gola”.
La tradizione più diffusa è quella di introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle gole dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele. In un altro modo si unge una candela con l’olio benedetto e con questa si fa una croce. Nelle parrocchie del nostro territorio è tradizione il rito della benedizione della frutta da portare a casa e condividere con tutta la famiglia, in particolare con chi non sta bene. Ciascuno di questi “riti” è accompagnato da preghiere d’intercessione.
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Il periodo in cui si fa memoria di San Biagio è abbastanza rigido, con conseguenti influenze e mal di gola, anche questo motivo ha contribuito a invocare il Santo contro le malattie della gola, ma ciò che porta ad invocarlo è un fatto accaduto nella sua vita. Nato a Sebaste, in Armenia, verso la fine del III secolo dopo Cristo, Biagio studiò medicina, quindi si dedicò alla professione di medico. Eletto vescovo, non riuscì mai ad abbandonare completamente la sua vocazione a dar sollievo ai corpi oltre che alle anime.
È stato eletto “protettore della gola” dopo che una madre si rivolse a lui disperata: suo figlio stava soffocando a causa di una lisca di pesce che gli si era fermata in gola. Biagio fece quel che si fa ancor oggi quando capitano casi simili: fece ingoiare al ragazzo un pezzo di pane. La mollica staccò la lisca, e la portò con sé, e il bambino ricominciò a respirare normalmente. Biagio, prima di dare il pane al bambino, lo aveva benedetto, e gli aveva fatto il segno della croce. Da quel momento, si cominciò a parlare dell’avvenimento come di un miracolo.
Considerato il successo di Biagio, secondo il prefetto di Diocleziano per l’Armenia, Agricola, era meglio toglierlo di mezzo prima che il popolo lo proclamasse santo. Dopo averlo fatto scorticare con pettini da cardatori, lo fece decapitare. In questo modo, Agricola ottenne per Biagio il doppio titolo di Santo e Martire. Per questa sua morte, Biagio venne proclamato Santo protettore dei cardatori e dei materassai, oltre che di coloro che hanno problemi di gola.