Santi Gioacchino e Anna
26 luglio 2024
"Facciamo l'elogio degli uomini illustri."
"Facciamo l'elogio degli uomini illustri" dice il Siracide, ma sappiamo ben poco dei genitori di Maria: anche per loro si verifica la legge del segreto, del silenzio, del nascondimento che Dio ha applicato alla vita di Maria e alla maggior parte della vita storica di Gesù.
I Vangeli apocrifi parlano delle loro difficoltà ed è logico pensare che certamente Dio li ha chiamati a partecipare al mistero di Gesù, di cui hanno preparato l'avvento; però ora rimane loro solo la gioia e la gloria di essere stati genitori della Madonna. E un incoraggiamento alla nostra fiducia: Dio è buono e nella storia dell'umanità, storia di peccato e di misericordia, ciò che resta alla fine è la gioia, è il positivo che egli ha costruito in noi.
Gioacchino e Anna sono stati prescelti in un popolo eletto sì, ma di dura cervice, perché in questo popolo fiorisse Maria, meraviglioso fiore di santità, e da lei Gesù. E la più grande manifestazione dell'amore misericordioso di Dio.
Diciamo al Signore la nostra riconoscenza e la nostra gioia: noi siamo coloro che hanno la beatitudine di vedere "quello che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere".
La parola definitiva di Dio è stata pronunciata in Cristo e noi possiamo contemplare il suo mistero, ancora nella fede, ma già compiuto in lui.
✠ Dal Libro del Siracide (Sir 44,1-15)
Facciamo ora l'elogio di uomini illustri,
dei padri nostri nelle loro generazioni.
Il Signore li ha resi molto gloriosi:
la sua grandezza è da sempre.
Signori nei loro regni,
uomini rinomati per la loro potenza,
consiglieri per la loro intelligenza
e annunciatori nelle profezie.
Capi del popolo con le loro decisioni
e con l'intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
Uomini ricchi, dotati di forza,
che vivevano in pace nelle loro dimore.
Tutti costoro furono onorati dai loro contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
Di loro, alcuni lasciarono un nome,
perché se ne celebrasse la lode.
Di altri non sussiste memoria,
svanirono come se non fossero esistiti,
furono come se non fossero mai stati,
e così pure i loro figli dopo di loro.
Questi invece furono uomini di fede,
e le loro opere giuste non sono dimenticate.
Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità: i loro posteri.
La loro discendenza resta fedele alle alleanze
e grazie a loro anche i loro figli.
Per sempre rimarrà la loro discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
I popoli parlano della loro sapienza,
l'assemblea ne proclama la lode.
(riflessione tratta da www.lachiesa.it)